MODA E OPTICAL STYLE
....ispirazione per i miei bijoux
Quando nella metà degli anni ‘60 il produttore di abiti e collezionista americano Larry Aldrich commissionò allo stilista Julian Tomchin una serie di abiti confezionati con stoffe ispirate all’arte contemporanea, fece una scelta molto decisa: l’artista di riferimento fu infatti la britannica Bridget Riley,
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Bridget Riley |
la cancellazione del colore, ridotto alle tonalità fondamentali del bianco e del nero, o al massimo di tonalità variegate di grigio, e la riduzione geometrica dei disegni stampati.
E’ un dejà-vu che mette insieme le artificialità mediatiche che richiamano gli ambienti di film come Blow up di Antonioni o La decima vittima di Petri, l’immaginario fumettistico di Barbarella e Valentina, le prime avventure psichedeliche.
Courrèges, Catherine Deneuve, Mary Quant...
i cappellini rigidi come caschi spaziali
ciglia finte, la TV in bianco e nero: flash e visioni degli anni ’60.
Il successo dell’operazione Optical, in cui furono complici moda e arte, fu clamoroso, perché incontrò e contribuì a costruire il gusto di quell’ambiente composito e sperimentale che aveva nome Swinging London e che costituiva ben oltre Londra un programma di vita e di stile per l’immaginario collettivo che già allora andava collezionando i suoi segni tra arte, moda, musica, cinema, design e scenari metropolitani.
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I fondamenti della filosofia artistica Optical trovano origini esplicite nella Bauhaus e in quella che oggi possiamo senz’altro valutare come l’idea di una stretta relazione tra sensi, arte e società. Tutto ciò si è realizzato, dagli anni ’60 in poi, nella moda e successivamente nella grafica, nel design, e nella pubblicità.
Gli artisti Optical, a cominciare proprio da Bridget Riley, fondavano la propria arte sulla ricerca di un effetto unico realizzato sulla retina dalle lunghezza d’onda dei colori di base abbinati tra loro, come in un “respiro” regalato agli occhi. Questa ricerca passò poi anche per un ritorno al colore, negli anni dopo il 1967, in cui la moda Op aveva ormai invaso i media in forme a volte più ricercate, a volte decisamente banali, nell'abbigliamento, negli stili che costellavano la cultura musicale, nelle decorazioni d’interni, negli effetti luminosi nelle discoteche.
Moda e arte si prendono la rivincita sull’artificio ipertecnologico. E pensare che solo quarant’anni fa quella ci sembrava la scena del futuro...
(estratto di un articolo pubblicato su "La Gazzetta del mezzogiorno")ù
Particolari di alcuni bijoux Optical Style
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